L’anno scorso si è registrato un aumento dell’immigrazione da Paesi UE e non UE. Il motivo è la tassa di rientro in ITA, che prevede una tassazione forfettaria di 100.000 Euro per 15 anni. Questo è poco utile se si proviene da un Paese ad alta tassazione come la Germania. Tuttavia, se una persona detiene investimenti in Paesi a bassa tassazione e deve pagare le imposte sulle plusvalenze indipendentemente dalla distribuzione (la cosiddetta “tassazione cfc”) o si trasferisce da un Paese che prevede imposte sul reddito significativamente più basse rispetto all’ITA (ad esempio, la Slovacchia), la tassazione può portare ad un vantaggio notevole.

 

Tuttavia, anche la Germania prevede una tassazione in uscita (exit tax) per le persone fisiche (l’Italia non la prevede per le persone fisiche).

 

E – questo è il punto cruciale – l’interesse a trasferirsi qui non è dovuto principalmente alle imposte sul reddito, ma alle imposte di successione e di donazione. L’Italia offre i seguenti vantaggi rispetto alla Germania (per la quale è determinante il domicilio del donatore):

 

  1. a) aliquota standard per le donazioni/eredità di primo grado della linea principale e per i coniugi: 4%.
  2. b) franchigia per figlio e tra coniugi: 1 milione di Euro.
  3. c) valutazione di immobili a valore catastale, non valore di mercato.
  4. d) I titoli di Stato italiani sono esenti dall’imposta di successione.
  5. e) La donazione/eredità della maggioranza delle quote di una società da genitore a figlio e prosecuzione della società per 5 anni non sono tassabili.
  6. f) Le donazioni di partecipazioni all’estero detenute prima dell’applicazione del regime di residenza privilegiata sono esenti da imposte.